Via Margutta. Uno stupro avvenuto nell'ambiente degli artisti romani. Artemisia Gentileschi

 

 

Appunti tratti dalla Conferenza tenuta dall'Avv. Salvatore Timpanaro presso l'Aula Consiliare di Nicosia: La violenza sulle donne.


“Via Margutta ”

Uno stupro avvenuto nell'ambiente degli artisti romani di via Margutta.

Una giovane pittrice di valore: ARTEMISIA, una giovane donna ( diciottenne all'epoca dei fatti) dal carattere forte e volitivo, una donna di grande fascino, da corteggiare e da conquistare.
Come possiamo vedere da alcuni autoritratti era di una bellezza aggressiva. formosa, occhi intelligenti e tristi, il volto i8ncorniciato da una gran massa di ricci castani.

Non vi dirò altro.
Non vi dirò circa l'epoca dei fatti.

DALLA DENUNCIA DEL PADRE (ORAZIO) – ROMA- FEBBRAIO
1-2
“….Con la complicità di una vicina di casa, la signora Tuzia Medagliae, il mio carissimo amico Agostino Tassi in mia assenza ha aggredito sotto il mio tetto la mia figlia maggiore, Artemisia, di anni diciotto, l’ha sverginata e violentata e ha avuto con lei più convegni carnali……”


DALLA TESTIMONIANZA DI ARTEMISIA
3-4

“……Quel giorno, mentre stavo dipingendo e vicino a me c’era Tuzia col suo bambino più piccolo, è arrivato Agostino e l’ha letteralmente investita: “Tuzia vattene! Devo parlare da solo con la pittrice”. Io ho supplicato Tuzia di restare, ma lei, che evidentemente era d’accordo con Agostino , si è alzata subito ed è andata via. Dico che erano d’accordo perché da un po’ di tempo Tuzia non faceva che parlarmi bene di lui, di quanto era bravo, gentile e geniale….Eppoi so che Agostino ogni tanto le faceva dei regali, certo per tenersela buona… Appena Tuzia se n’è andata per liberarmi ho detto al tassi che non mi sentivo bene, che forse avevo la febbre. “Io ho ancora più febbre di te” ha ribattuto lui togliendomi pennello e tavolozza dalle mani….Ha cominciato a camminare su e giù per lo studio tenendomi per mano….Giunti davanti la mia camera mi ha spinto oltre la soglia, poi mi ha buttata sul letto, mi ha bloccato il busto con una mano, mi ha puntato un ginocchio tra le gambe per impedirmi di stringerle, infine mi ha piantato un fazzoletto sulla bocca e mi ha alzato i vestiti, ma con grande fatica, perché io mi dibattevo con tutte le mie forze.
Dopo un lunga lotta è riuscito a violentarmi. Io, nonostante il fazzoletto, urlavo e chiamavo Tuzia, ma lui non si arrendeva e mi faceva un gran male.
L’ho graffiato, gli ho strappato i capelli, ma lui, come se niente fosse, ha continuato a fare i comodi suoi e mi è rimasto addosso per un pezzo….
Quando finalmente si è tirato su sono andata nel cassetto del tavolino e ho preso un coltello: “Ti voglio ammazzare per quello che mi hai fatto!” ho urlato. Lui allora si è aperto il giubbetto e ha replicato ridendo: “Eccomi qua!”. Io gli ho tirato il coltello ma lui si è scansato, così l’ho preso solo di striscio ……Poi sono crollata e mi sono messa a piangere per la rabbia e l’umiliazione.
Agostino mi si è avvicinato e mi ha detto che mi avrebbe sposata, ma che prima doveva liberarsi di tutti i problemi che lo assillavano e lo facevano vivere come in un labirinto….Mi sono calmata….Ripetendomi quella promessa di matrimonio, mi ha indotta a consentire più volte alle sue voglie.…..Solo molto tempo dopo ho saputo che era sposato………”

Su disposizione del giudice, tale Francesco Bulgarello, viene eseguita una perizia medico-legale.
Viene accertato che Artemisia è stata deflorata in tempi non recentissimi.
Dopo la denunzia di Oraziuo G. Agostino Tassi viene arrestato e portato in carcere.

DALL’INTERROGATORIO DI AGOSTINO TASSI NEL CARCERE DI CORTE SAVELLA (ROMA)
7-8

Una sera Orazio venne a chiamarmi perché l’accompagnassi a casa sua dove aveva visto entrare un pittore di sua conoscenza, un certo Geronimo, che tutti chiamavano il modenese. Ci andammo, infatti, e come l’ebbe davanti Orazio lo prese a bastonate e lui scappò come il vento; ma erano già due anni che il modenese frequentava Artemisia e aveva una relazione con lei….Quella sera Orazio si sfogò con me arrivando a dire che sua figlia era una puttana e non sapeva come farle mettere la testa a partito.
Ma non fu l’unica volta che accadde qualcosa del genere. Adesso quel mascalzone mi ha denunciato
di….Ha dimenticato che almeno dieci volte mi ha chiesto come favore di andare insieme a lui sotto casa sua ad aspettare gli uomini che uscivano per aggredirli….Credo che quei poveracci andassero da Orazio per spassarsela con Artemisia….Una volta l’ho vista alla finestra abbracciata a un tale, ma appena si è accorta di me, si è subito ritirata.
Poi quella sera stessa mi ha supplicato di non dir nulla a suo padre…..Ma io, personalmente, non ho mai avuto rapporti intimi con quella ragazza…..”


Chi è ARTEMISIA?
E chi è il padre Orazio G.?

Artemisia è ARTEMISIA GENTILESCHI-------straordinaria pittrice secentesca il padre Orazio Gentileschi è un importante pittore caravagista


ARTEMISIA GENTILESCHI
(Roma 1594 circa - Napoli 1652 circa)

Autrice di tele dai colori intensi e drammatici e, soprattutto, brillante e icastica ritrattista, Artemisia Gentileschi è forse la miglior pittrice del nostro Rinascimento. Studiò principalmente con Guido Reni e col padre Orazio, il grande caravaggista, del quale raggiunse bel presto la fama.
Intelligente e di una bellezza aggressiva- come possiamo vedere dagli autoritratti – conservò per tutta la vita il coraggio maturato durante la sua sconvolgente esperienza giovanile diventando, in un certo senso un’esponente ante litteram dell’indipendenza femminile. Rifiutate le ipocrite nozze “riparatrici” con Agostino Tassi, sposò in seguito Pier Antonio Stiattesi, ma non volle mai portare il cognome del marito.
Per esercitare la sua arte viaggiò disinvoltamente, soggiornando in varie città italiane e, per più di un anno, in Inghilterra dove nobili, reali e personaggi famosi si contendevano i suoi ritratti. Attiva fino all’ultimo, si spense a Napoli dove si era stabilita e dove lasciò opere molto notevoli.



Artemisia appena diciottenne affrontò un processo per stupro ----riuscì a fare condannare, anche se pur solo per pochi mesi, il suo violentatore.
Coraggio enorme-----nell’affrontare il giudizio.
Ella – come le donne di oggi e delle storie recenti e di cronaca di cui abbiamo trattato – fu VITTIMA NON SOLO DELLO STUPRO MA ANCHE DEL PROCESSO


- non tutti credettero alla sua versione dei fatti
- le vennero imposte traumatiche visite ginecologiche alla presenza dei giudici
- venne obbligata a confronti con testimoni abietti, pagati per mentire.
- Venne- sinanco- torturata in aula
Mentre le morse – si chiamavano “sibille” (siamo agli inizi del seicento- a Roma)- le stringevano le dita ARTEMISIA gridava:

“E’ VERO E’ VERO! LA MIA E’ L’UNICA VERITA’”

Artemisia riuscì a liberarsi dall’atroce esperienza – come forse non a tutte le donne che l’hanno subita riesce- solo per la sua forza d’animo e perché ha avuto la possibilità di

Sublimare l’orrore vissuto attraverso la sua arte 

Creò straordinarie tele – è tra i nostri maggiori artisti del rinascimento – in cui celebrava i rari momenti della storia in cui donne fanno giustizia uccidendo il tiranno.
Ecco ad esempio Giuditta e Oloferne, olio di ispirazione caravaggesca che ritrae due donne (Giuditta ed una inserviente) intente a tagliare la testa del generale in un lago di sangue.



Ora, sfogliando le copie di quegli antichi interrogatori ho avuto purtroppo la desolante impressione che non sia cambiato niente o, almeno, che molti momenti di quel processo sono penosamente simili a quelli che si svolgono ancora oggi nelle nostre aule giudiziarie. 

Su disposizione del giudice, tale Francesco Bulgarello, viene eseguita una perizia medico-legale.
Viene accertato che Artemisia è stata deflorata in tempi non recentissimi.

Dopo la denunzia di Oraziuo G. Agostino Tassi viene arrestato e portato in carcere.

DALLINTERROGATORIO DI AGOSTINO TASSI NEL CARCERE DI CORTE SAVELLA (ROMA)
7-8



Chi è ARTEMISIA ?
E chi è il padre Orazio G. ?

Artemisia è ARTEMISIA GENTILESCHI straordinaria pittrice secentesca 
il padre Orazio Gentileschi è un importante pittore caravagista


Artemisia appena diciottenne affrontò un processo per stupro. riuscì a fare condannare , anche se pur solo per pochi mesi, il suo violentatore.
Coraggio enorme nell'affrontare il giudizio.

Ella - come le donne di oggi e delle storie recenti e di cronaca di cui abbiamo trattato - fu VITTIMA NON SOLO DELLO STUPRO MA ANCHE DEL PROCESSO

non tutti credettero alla sua versione dei fatti

le vennero imposte traumatiche visite ginecologiche alla presenza dei giudici

venne obbligata a confronti con testimoni abietti, pagati per mentire.

venne - sinanco - torturata in aula 
Mentre le morse - si chiamavano "sibille" (siamo agli inizi del seicento - a Roma) - le stringevano le dita ARTEMISIA gridava:

<< E' VERO E' VERO ! LA MIA E' L'UNICA VERITA' ! >>.

Artemisia riuscì a liberarsi dall'atroce esperienza - come forse non a tutte le donne che l'hanno subita riesce - solo per la sua forza d'animo e perché ha avuto la possibilità di 
sublimare l'orrore vissuto attraverso la sua arte

Creò straordinarie tele - è tra i nostri maggiori artisti del rinascimento - in cui celebrava i rari momenti della storia in cui le donne fanno giustizia uccidendo il tiranno.
Ecco ad esempio Giuditta e Oloferne, olio di ispirazione caravaggesca che ritrae due donne (Giuditta ed una inserviente) intente a tagliare la testa del generale in un lago di sangue.


Ora, sfogliando le copie di quegli antichi interrogatori ho avuto purtroppo la desolante l'impressione che non sia cambiato niente o, almeno, che molti momenti di quel processo sono penosamente simili a quelli che si svolgono ancora oggi nelle nostre aule giudiziarie.
Salvatore Timpanaro