“LA MAFIA IN PROVINCIA DI ENNA” - Una storia negata - Presentazione del libro di José Trovato a cura dell'Avv. S. Timpanaro 

 

 

Appunti dalla conferenza tenuta dall'Avv. Salvatore Timpanaro per la presentazione del libro:


“ LA MAFIA IN PROVINCIA DI ENNA” 
UNA STORIA NEGATA 


“La mafia in provincia di Enna. Una storia negata”, questo il titolo del volume, firmato da Josè Trovato - giornalista pubblicista - edito da Lancillotto e Ginevra.
(Casa editrice con sede in Leonforte del nostro amico già rotariano Dott. Paolo Mineo).

E’ il primo libro che racconta la storia della mafia in provincia di Enna. 
Il libro parla:
di Cosa Nostra – cosa nostra con le iniziali minuscole – sottolinea l’autore - ad onta delle regole grammaticali e seguendo, invece, una regola morale, un principio deontologico 
ma parla di casa nostra, di mafia dietro casa nostra nel nostro territorio: in provincia di Enna – anche nella Zona Nord

Di qui il particolare interesse – l’iniziativa del Rotary di Nicosia – Presidente 

Regola giornalistica se una catastrofe o un incidente accade lontano perché faccia notizia e desti l’interesse il numero dei morti e dei feriti deve essere alto
Diversamente per i fatti di casa nostra che ci toccano più da vicino e direttamente 

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Leggenda – tra i tanti falsi idola mentis– leggenda ritenuta vera sino a qualche decennio fa : 
che la Provincia di Enna fosse immune da quel “cancro del tessuto sociale, economico e politico che è la mafia “
che Enna, il territorio della provincia, fosse quasi un’“oasi di pace” non infiltrata, non permeata da Cosa Nostra

tesi negazionista

Questa tesi è smantellata dal Nostro Autore che nel suo libro
- ripercorre 20 anni di omicidi e di fatti di sangue 
- una impressionante sequenza di avvenimenti luttuosi, di avvertimenti e di attentati;

Io – vi rassicuro – non la ripercorrerò. Non voglio sottrarre tempo prezioso, all’autore del libro ed al suo editore e soprattutto al Dott. Carmelo Zuccaro, Procuratore della Repubblica di Nicosia e già magistrato della D.D.A. etnea ed in prima linea nella lotta alla mafia anche presso gli uffici giudiziari nisseno un ufficio giudiziario, si direbbe, negli anni ’90 in territorio degli Apache

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Le cifre del libro – elementi qualificanti e di pregio - sono due:
in estrema sintesi: la documentazione ed il coraggio.

A) La documentazione

Nel tracciare la storia della mafia di Cosa Nostra nell’ennese si è attenuto a documenti ufficiali:
- atti giudiziari; sentenze
- atti della Commissione Antimafia;
- dichiarazioni degli investigatori;
lui parla – pagina 7 - di una << raccolta di “antologie processuali” estratte dagli atti giudiziari >>
spunti, testimonianze, intercettazioni…libro…pieno zeppo

Documentazione giudiziaria ( processi che hanno smantellato i vertici delle cosche: dal Parafulmine, al Gransecco al Leopardo)

1) Introduzione del Dott. Salvatore Cardinale, già Procuratore della Repubblica di Enna

2) Nella prefazione intervista al pm antimafia, Roberto Condorelli, Sost. Procuratore della Repubblica DDA di Caltanisetta che ha delega su Enna e Provincia. 
Ha sostenuto l’accusa – da 15 anni a questa parte - in una quarantina di processi di mafia, mandando alla sbarra almeno 300 tra mafiosi e fiancheggiatori.

3) Disegna la storia di Cosa Nostra nell’ennese e i suoi collegamenti tra le “famiglie” mafiose.
- pag. VII
- pag. VIII

4) Un capitolo della sentenza di primo grado con cui è stato condannato Bevilaqua – pagine di fortissimo interesse oltre che giudiziario anche storico:…
Sentenza del 1999 contro Calogero Vassalo + 116 (Sentenza del cosiddetto Processo Leopardo)
- pag. 39 

5) I giudici del Gransecco
- pag. 45

6) I summit si facevano quasi sempre in territorio della Provincia di Enna
Mafia di Enna - trait d’union – cerniera - tra la famiglie mafiose di Palermo e quelle del Catanese ( e del Calatino).
Questo dato è emerso nel processo Gransecco

Nuovi collaboranti: Giusy Vitale
Nel ’92 in territorio di Valguarnera si tenne un summit della cupola di Cosa Nostra.

Altri pentiti
Avevano parlato dell’organizzazione delle stragi del ’92 (Falcone e Borsellino).
Una sede delle riunioni era proprio ad Agira (nelle campagne tra la cittadina e l’autostrada A19).

Ad Agira Angelo Leonardo racconta di aver assistito ad alcune affiliazioni di picciotti di suo padre.

Ad Agira fu arrestato Umberto Di Fazio –originario di Leonforte – uno dei latitanti più pericolosi di Cosa Nostra catanese. 

Attraverso la documentazione - documenti giudiziari alla mano (sentenze divenute irrevocabili) – Trovato narra “documenta” e dimostra:

La mafia è stata sempre operante a Enna e nei comuni della Provincia incidendo pesantemente sul territorio e sul tessuto economico e sociale

Organigramma delle cinque “famiglie” mafiose: Enna città; Calascibetta; Villarosa; Pietraperzia e Barrafranca
Le ultime due (“le più antiche ed agguerrite”) epicentro di sanguinosi scontri fine degli anni ’80 e anni ’90 ineunti 

Negli altri comuni dell’ennese – zona settentrionale della Provincia – soggetti collegati ed obbedienti ad una delle famiglie sopraindicate e che si dedicano alle attività predilette tipiche della criminalità organizzata

La Mafia in provincia di Enna non è una << monade >> - tanto la tesi negazionista come quella monadistica sono errate e lo dimostra dati e documenti alla mano – 
Non è una monade isolata e sovrana
Collegamento di Cosa Nostra, con altre consorterie 
Cosa Nostra ennese ha partecipato alla divisione tra tradizionalisti legati a Provenzano e Corleonesi
Collegamenti con clan mafiosi limitrofi (Gela, Caltanissetta, Calatino, Catania )
Ha avuto un rappresentante provinciale che ha partecipato alle deliberazioni della commissione regionale

ottobre 1991 Totò Riina, Bernardo Provenzano, Piddu Madonia e Nitto Santapaola si incontrano a Dittaino (ne parla il pentito Calogero Pulci, nisseno)
1 febbraio 1992 masseria sperduta tra Barrafranca e Pietraperzia si riunisce la commissione regionale di Cosa Nostra oggetto della riunione: eliminazione del giudice Falcone – primi preparativi
22 maggio 1992 giorno prima della strage di Capaci – tir carico di tritolo parte da Grottacalda (Valguarnera )

La strage di Capaci è stata progettata e organizzata operativamente e concretamente in provincia di Enna.

il territorio summit nascondiglio per latitanti
<< Il territorio della provincia di Enna morfologicamente si presta ad ospitare latitanto >> Andrea Bertozzi della Zonca – Comandante Prov. Carabinieri

non immune dal fenomeno della Stiddra

contiguità con politici e istituzioni 
capitolo interessantissimo
<< Il Boss e “Cappiddrazzu”>>
incontro del 26 novembre 2002 in un hotel di Pergusa tra Raffaele Bevilacqua e Vladimiro Crisafulli, detto Mirello 

bando alle ciance si parla di affari e di politica
Episodio finito poi con una archiviazione per l’uomo politico.


B) Il coraggio – voglia di cronaca

L’altra cifra del libro è il coraggio dell’autore.

libro destinato a far discutere per il coraggio di un cronista, quello di mettere nero su bianco fatti e vicende di cui ancora, da queste parti, si parla solo nelle aule dei tribunali. 

La comprensione del fenomeno mafioso non è soltanto frutto di cronaca – attività di cronista (nel senso alto del termine) -, di ricerche, di interviste, di studio di documenti e di atti giudiziari
Ma anche di esperienze personali 
Pagg. 203-204

intimidazione di stampo mafioso

narrata senza eccessi, con misura 
rapporti tra giornalisti e mafia
<< Noi giornalisti siamo i primi a volte ad avere paura del terzo livello >>
pag. 13

su questo prevale la voglia di cronaca 
la brama di verità “anche a rischio di lasciarci la pelle..!”

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José Trovato combatte una sua battaglia contro la mafia
E la combatte con un’arma molto efficace 
La penna !

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Noi – società civile – Noi associazioni, Clubs Services – Noi Rotary
Non abbiamo, ovviamente, ricette per sconfiggere Cosa Nostra, 
che in quanto fenomeno umano – dicevano Falcone e Borsellino – è “vincibile”.
Un’arma CULTURA 
In ciò il Rotary può incidere ed incidere efficacemente sulla società ed il territorio.
La cultura dei diritti e non dei favori, la cultura del merito, la cultura del lavoro, del welfare, la cultura della efficienza della P.A., la cultura della promozione del senso civico, dell’ostracismo collettivo verso la mentalità mafiosa, 
la cultura della legalità !